ISCRIZIONI PUPPY CONTEST 2024
Il PUPPY CONTEST si terrá a Soliera il 20 ottobre 2024 con inizio 9.30 prima del Campionato Sociale. Giudice sarà Francesca Di Leo. Per pagare l’iscrizione con bonifico l’IBAN è IT51Z0760112000000006055537 indicare nella causale “iscrizione puppy contest + nome del bulldog” ed inviare la ...
29.09.2024 - CLASSIFICA RADUNO D' AUTUNNO
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28.09.2024 - CLASSIFICA ESPOSIZIONE NAZIONALE DI GROSSETO SPECIALE BULLDOG
http://www.bulldogitalia.it/articoli.asp?id=1160 ...
PAGAMENTO QUOTA
Si informano i soci, che non sono in regola con i pagamenti delle quote sociali, che potranno regolarizzare la loro posizione entro e non oltre il 30 giugno 2024; in caso contrario perderanno la qualità di socio per morosità dichiarata dal Consiglio Direttivo....
Relazione tecnica sullo sviluppo scheletrico del bulldog
Relazione tecnica sullo sviluppo scheletrico del Bulldog Inglese
A CURA DELLA SEZIONE DI RADIOLOGIA E DIAGNOSTICA PER IMMAGINI E SEZIONE DI CLINICA CHIRURGICA E MEDICINA D'URGENZA UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PARMA
FACOLTA' DI MEDICINA VETERINARIA
DIPARTIMENTO DI SALUTE ANIMALE
PREMESSA
Lo sviluppo dell'apparato scheletrico del cane di razza Bulldog Inglese è un argomento di notevole interesse in riferimento soprattutto all'evoluzione dell'articolazione dell'anca e del gomito. Da una indagine radiografica effettuata dalla Orthopedic Foundation for Animals (O.F.A.) in 87 razze canine, da gennaio 1974 a dicembre 1998, è emerso che su 197 Bulldog Inglesi ben il 72,6% presentava displasia dell'anca e nessuno un'ottima conformazione articolare. La prevalenza di questa patologia è risultata superiore rispetto a quella di altre razze molossoidi, come il San Bernardo (47,2%), il Bullmastiff (26%), il Rottweiler (21,2%), l'Alano (12,4%) ed il Boxer (11,4%).
Per capire il perché il Bulldog Inglese non può essere considerato con gli stessi parametri di valutazione comuni alle altre razze canine occorre fare un rapido, ma efficace, excursus sulle caratteristiche morfologiche e biomeccaniche di tale razza, unica nel panorama cinofilo internazionale.
INTRODUZIONE
Condrodistrofia
Va premesso che il Bulldog Inglese è una razza volutamente condrodistrofica, con arti corti e deformi.
La condrodistrofia è una condizione congenita patologica, dovuta allo sviluppo anomalo della cartilagine di accrescimento.
Tali caratteristiche sono causate da un anomalo sviluppo della cartilagine di accrescimento del Radio e dell'Ulna in particolare, che provoca asincronia della crescita, incongruenza articolare del gomito, dell'articolazione antebrachio-carpica e valgismo del carpo. L'incongruenza è una delle cause principali per lo sviluppo della displasia del gomito.
Nel caso specifico dell'arto anteriore, tale condizione provoca in ultima analisi incurvamento delle ossa dell'avambraccio e deviazione del carpo. Spesso si presentano anomalie della fisi distale dell'ulna, con conseguente crescita asincrona tra Radio e Ulna stessa in favore del Radio e valgismo del Carpo. La crescita asincrona delle ossa in questione causa anche anomale tensioni che provocano reazioni periostali sull'inserzione del legamento interosseo ed incurvamento del Radio ad arco. Il Radio infatti, avendo uno sviluppo in lunghezza maggiore dell'Ulna, ma essendo limitato da essa, si comporta come l'arco teso dalla sua corda.
Standard di razza
- Il petto è ampio, convesso, esteso dall'alto delle spalle sino alla punta dello sterno e disceso fra gli arti anteriori.
Deve avere un diametro molto grande ed un notevole spessore che arriva sin dietro gli arti anteriori e con una forma arrotondata che accompagna le costole anch'esse arrotondate (non piatte).
Questa forma del petto ampio sul davanti, lateralmente arrotondato, prominente e profondo, rende il cane molto largo e corto sugli arti.
- Le spalle devono essere larghe, oblique e profonde, molto potenti e muscolose e dare l'impressione di essere state inchiodate al corpo.
- Gli arti anteriori molto vigorosi, di notevole spessore, ben staccati e in appiombo, con avambraccio ben sviluppato a linea piuttosto inclinata, ma con ossa forti e diritte (non arcuate o storte), piuttosto corti nel rapporto con quelli posteriori, ma non tali da far apparire più lungo il dorso del soggetto, né da limitare la sua capacità di movimento, né tanto meno da farlo apparire storpio.
- I gomiti devono essere bassi e ben staccati dal torace.La conformazione della razza in questione fa sì che il baricentro cada proprio tra gli arti anteriori.
- Il treno anteriore è muscoloso e potente ed anche la testa ha uno sviluppo sproporzionato per le dimensioni del cane.
- Il treno posteriore si presenta più leggero rispetto all'anteriore.
- Gli arti posteriori devono essere molto grandi, muscolosi e più lunghi in proporzione di quelli anteriori, in modo da elevare la regione renale.
- La gamba deve essere leggermente curva e ben discesa, in modo da far apparire l'arto lungo e muscoloso dal rene alla punta del garretto.
- Il metatarso si presenta corto, forte ed in appiombo.
- La grassella è rotonda e leggermente girata verso l'esterno. In questo modo i garretti si avvicinano e i piedi sono deviati verso l'esterno.
Considerazioni biomeccaniche
La particolare conformazione dell'arto anteriore, con i gomiti arcuati ed il carpo valgo, induce a pensare che le forze statiche e dinamiche vengano scaricate sull'articolazione omero-radio-ulnare in modo non uniforme. Tale situazione successivamente porta ad un sovraccarico funzionale, con conseguenti lesioni alle strutture ossee e cartilaginee della giuntura.
La morfologia dell'apparato muscolo-scheletrico del bulldog inglese è tale da indurre il peso corporeo a gravare prevalentemente sul treno anteriore, alleggerendo in tal modo lo stress funzionale dell'articolazione coxo-femorale.
Da un punto di vista del movimento, data la sua conformazione, il Bulldog ha un'andatura particolare, pesante, contratta, con passi corti e rapidi sulla punta dei piedi; i piedi posteriori non si sollevano quasi, ma sembrano radere il suolo. Correndo, le spalle sono gettate in avanti alla maniera di un cavallo al piccolo galoppo.
DISPLASIA
Visto che lo scopo di tale relazione è quello di cercare di fare luce sulla disquisizione relativa alla displasia ed alle ripercussioni importanti giurisprudenziali legate al fenomeno della compravendita, risulta utile precisare la terminologia di seguito utilizzata.
Una displasia è un processo patologico a carico di un tessuto, di un organo, più tessuti o più organi, caratterizzato da una ripartizione anomala qualitativa e quantitativa degli elementi che li costituiscono. In sostanza si tratta di un disturbo che agisce sullo sviluppo di un tessuto o di un tessuto durante la fase di crescita, determinando alterazioni di forma, dimensione, volume e spesso anche alterazioni funzionali. La displasia può poi esser suddivisa in due grandi capitoli:
1- Displasia di formazione ossia di alterazioni che si instaurano nel corso dell'embriogenesi e si continuano nel corso dello sviluppo fetale
2- Displasia di sviluppo accrescitivo o dell'accrescimento caratterizzata da un sviluppo anomalo di un organo o di un tessuto in accrescimento, cioè durante lo sviluppo somatico dell'organismo.
Le displasie dell'anca, del gomito, del ginocchio e della spalla sono displasie dell'accrescimento e non congenite.
La parola congenita deriva dal latino “congenitus” che significa che esiste già dalla nascita pertanto una malattia viene definita congenita quando è presente fin dalla nascita.
Le articolazioni mobili si sviluppano nel cane durante l' accrescimento extrauterino, vale a dire nei primi 6 mesi circa di vita: è facile sostenere che se al momento della nascita le articolazioni non si sono ancora formate, difficilmente possono aver subito quelle alterazioni che comportano anomalie di sviluppo di questi comparti (nell'uomo la displasia dell' anca è congenita in quanto già diagnosticabile alla nascita).
DISPLASIA DEL GOMITO : malattia scheletrica del periodo di accrescimento di cani di taglia grande e gigante caratterizzata anch'essa dalla conseguente evoluzione in artrosi.
Il termine displasia del gomito indica uno sviluppo anomalo dell'articolazione del gomito che sviluppa un'artrosi indipendentemente dal problema specifico che ha colpito l'articolazione. Il termine “displasia del gomito” comprende alcune condizioni patologiche, che interessano diversi comparti dell'articolazione e che hanno come comune denominatore una forte componente ereditaria e lo sviluppo di artrosi, segno inequivocabile di sofferenza articolare e causa di dolore. Non è stata ancora definitivamente chiarita la eziologia, ma sono chiamati in causa due fattori: l'osteocondrosi e la crescita asincrona del radio e dell'ulna. Numerosi studi hanno dimostrato che è una patologia ereditaria anche se la componente nutrizionale, ambientale ed il rapido accrescimento possono giocare il loro ruolo nello sviluppo della patologia. Sfortunatamente la malattia è poligenica, ossia, non è il frutto dell'espressione di un unico gene, ma della sommatoria o della interazione di più componenti geniche.
Causa degenerazione articolare con progressiva artrosi, limitazione dell'ampiezza dei movimenti articolari, dolore cronico con riacutizzazioni periodiche e necessita di trattamenti chirurgici e farmacologici. Le diverse forme patologiche sono:
- Mancata unione del processo anconeo: si osserva con maggiore frequenza nei cani di grossa taglia quali Pastore Tedesco, San Bernardo, Basset Hound.
- Frammentazione del processo coronoideo mediale (FCP): le razze più interessate sono i Retrievers, il Bovaro Bernese, il Rottweiler
- Osteocondrosi/osteocondrite dissecante: colpisce le stesse razze interessate dalla FCP
La patologia si manifesta con una zoppia evidente dai 4-6 mesi. Si notano anche alterazioni della postura, caratterizzate dallo spostamento del peso sull'arto sano o meno interessato dalla patologia. Sono evidenti anche atteggiamenti antalgici quali il valgismo del gomito. Nei casi più lievi può essere anche asintomatica.
Dai pochi studi effettuati sul Bulldog Inglese, passibili di modificazione, ma ad oggi assolutamente attendibili, risulta che solo il 13% all'anamnesi hanno riportato episodi di lieve zoppia dopo leggeri traumi accidentali a carico di entrambi i gomiti.
All'esame ortopedico nessun caso ha presentato zoppia evidente, ma solo una lieve risposta algica alla palpazione delle strutture ossee profonde ed alla extrarotazione del gomito. Non era presente alcuna alterazione dell'ampiezza dei movimenti di flesso-estensione dell'articolazione.
L'indagine condotta ha dimostrato la presenza di lesioni a carico dell'articolazione del gomito così suddivise:
- 15,5% osteofitosi del processo anconeo (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 47,3%);
- 29,5% incongruenza articolare (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 94,7%);
- 4% sublussazione gomito (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 21%);
- 17,2% irregolarità del processo coronoideo mediale (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 68,4%);
- 9,8% osteofitosi del capitello del radio (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 31,5%);
- 8,1% kissign lesions /ocd troclea dell'omero (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 31,5%);
- 15,5%: Osteofitosi dell'epicondilo laterale e mediale dell'Omero (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 47,3%);
Tutte le lesioni radiografiche del gomito sia nel gruppo di cani con controlli fino a 6 mesi, sia oltre 6 mesi, sono suggestive della displasia del gomito.
L'età di insorgenza delle alterazioni a carico del gomito è risultata circa 4 mesi.
Tra i soggetti con controlli oltre 6 mesi, solo un cane non ha mostrato alterazioni degne di nota.
Le lesioni riscontrate nel gomito sono riferibili alla displasia; in particolare è stata rilevata frequentemente l'incongruenza articolare, irregolarità del processo coronoideo mediale e le " kissing lesions "/ocd della troclea omerale.
L'incongruenza articolare è la prima lesione visibile (4-6 mesi), mentre le manifestazioni artrosiche si sviluppano più tardivamente (7-12 mesi.
Da tutto questo risulta che nei cani con controlli oltre i 6 mesi ben il 94,7% è affetto dalla displasia del gomito.
Tali lesioni possono essere imputabili alla statica e alla dinamica del corpo del cane, il cui baricentro cade proprio tra gli arti anteriori. La morfologia del Bulldog Inlgese infatti è quella di un cane molossoide, con grandi ossa e potente muscolatura. A differenza però delle altre razze di questo gruppo cinologico, come il Rottweiler ed il Terranova, il Bulldog presenta una morfologia tarchiata e bassa sugli arti, tipica delle razze condrodistrofiche, come i Bassotti. Il tronco è largo e compatto e la testa è massiccia e pesante, sproporzionata rispetto alla taglia dell'animale. Il treno posteriore è invece molto più leggero rispetto a quello anteriore.
È necessario sottolineare la presenza quasi costante di una grave incongruenza articolare, tale da portare la superficie articolare della Troclea dell'Omero a prendere rapporti non più con il Processo Coronoideo Mediale ma con il Capitello del Radio. Tale fatto provoca una intrarotazione dell'epifisi distale dell'Omero, con conseguente varismo del gomito stesso.
Questa conformazione è una caratteristica tipica della razza, che presenta il torace a botte.
I Bulldog in questo studio hanno mostrato frequenti lesioni a carico del Processo Coronoideo Mediale, benché la crescita asincrona di Radio e Ulna sia avvenuta a favore del Radio. Infatti i fattori eziologici della frammentazione del Processo Coronoideo Mediale dell'ulna che sono stati identificati includono la crescita eccessiva dell'Ulna rispetto al Radio, l'osteocondrosi e l'incongruenza o la malformazione dell'incisura trocleare dell'Ulna.
E' possibile quindi che il Processo Coronoideo in questo caso vada incontro a frammentazione a causa di un'alterata forma dell'incisura trocleare dell'Ulna e/o per la anomala posizione della troclea omerale di cui sopra. È stato descritto infatti che nelle razze predisposte l'incisura trocleare è di forma leggermente ellittica, con un arco di curvatura limitato, causando un'anomala distribuzione dei carichi su alcune aree del processo anconeo, del coronoideo mediale e della troclea omerale. è possibile quindi supporre che l'atipica posizione assunta dalla troclea omerale in questi soggetti, determini un eccessivo contatto della stessa con alcune zone del processo coronoideo mediale.
Il frequente riscontro della reazione periostale sul Processo Anconeo potrebbe essere imputabile alla incongruenza articolare e alla sublussazione del gomito. Questa condizione, infatti, porta ad una intrarotazione dell'epifisi distale dell'Omero, tale per cui l'epicondilo mediale viene a contatto con l'aspetto mediale del Processo Anconeo.
In conclusione è possibile osservare con interesse il fatto che solo il 13% dei soggetti abbia mostrato alla visita clinica lieve sintomatologia algica riferibile al gomito, senza però evidente zoppia, o segni di zoppia di I grado. Probabilmente le ragioni di tale risultato possono essere ricercate nella natura sedentaria di questa razza e nella selezione, fin dalle origini, di soggetti con un'alta soglia del dolore.
Dallo studio si evince anche che i soggetti con sintomatologia clinica avevano un'età superiore ai 14 mesi e le rispettive lesioni radiografiche erano di grave entità.
Ciò può far supporre che le alterazioni delle ossa del gomito nel Bulldog Inglese diventino clinicamente manifeste molto più tardivamente rispetto al momento in cui compaiono radiologicamente.
È importante sottolineare anche che molti soggetti, pur essendo asintomatici, hanno presentato alterazioni della stessa gravità di quelle dei soggetti con sintomatologia.
È pertanto possibile sospettare, dai risultati della presente ricerca, che non vi sia una correlazione tra la gravità dei segni radiografici e quella dei segni clinici.
Le alterazioni a carico di Radio e Ulna sono lesioni tipiche del complesso patologico della condrodistrofia, caratteristica per altro ricercata in questa razza ed in altre.
DISPLASIA DELL'ANCA : è definita come un'anormalità di crescita o di sviluppo dell'articolazione coxo-femorale, spesso bilaterale, caratterizzata da lassità dei legamenti e della capsula articolare con conseguente instabilità, sublussazione e raramente lussazione articolare che portano inevitabilmente ad un alterato carico ponderale e successiva artrosi.
E' uno dei principali disordini dell'anca del cane ed è la causa più importante di osteoartrite a carico di tale articolazione.
L'incidenza di tale affezione è maggiore nelle razze di cani di grossa taglia. Infatti si verifica raramente in cani di peso inferiore a 11-12 Kg che hanno raggiunto la maturità scheletrica.
Benché siano stati osservati casi di displasia dell'anca in cani di razze Toy o nel gatto, l'instabilità dell'articolazione coxo-femorale propria di questi soggetti non dà origine alle modificazioni ossee tipiche di cani di peso maggiore. Tuttavia si possono riscontrare lussazioni d'anca in seguito a traumi di modesta entità.
Può essere definita come una patologia biomeccanica derivante da una disparità tra l'iniziale massa muscolare e la troppo rapida crescita scheletrica.
Non è una patologia congenita ma una malattia dello sviluppo ed i fattori che contribuiscono alla sua genesi hanno il massimo peso nei primi sei mesi di vita.
Cani con accrescimento più veloce degli standard di razza hanno una maggior prevalenza di displasia rispetto ai cani con accrescimento sotto le curve standard di razza.
E' pressoché certo che l'ambiente agisca in sinergia con il genotipo per determinare il fenotipo displasico: fattori come l'alimentazione, la velocità di accrescimento, l'esercizio fisico o eventuali traumi possono condizionare lo sviluppo della displasia dell'anca.
La malattia ha una componente genetica importante; infatti tra i fattori predisponesti la displasia dell'anca si annovera l'ereditarietà, generalmente considerata di tipo poligenico dominante a penetrazione incompleta.
La componente genetica è controllata da un insieme di molti geni. Può essere misurata sulla popolazione mediante modelli statistici espressi come ereditabilità (h 2 ). Tale modalità di trasmissione appartiene alla genetica quantitativa, in cui la determinazione del fenotipo è influenzata in modo variabile dall'ambiente. I caratteri poligenici sono dunque meno ereditabili rispetto ai caratteri monogenici, determinati invece dall'effetto di un solo gene.
I geni non agiscono primariamente sullo scheletro, ma piuttosto sulla cartilagine, sul tessuto connettivo di sostegno e sui muscoli della regione dell'anca.
L'indice di ereditarietà della displasia dell'anca ha generalmente un valore di 0.2-0.6, vale a dire che il 20-60% della variazione fenotipica di una determinata popolazione dipende da fattori genetici.
La probabilità di generare una progenie displasia diminuisce via via che aumenta la qualità delle articolazioni dei genitori e della loro discendenza, ma è anche vero che due cani fenotipicamente privi di tratti displasici possono produrre displasia in più del 36% della loro progenie.
Le articolazioni dell'anca sono normali alla nascita ma l'assenza di un processo di sviluppo funzionale dei muscoli, sincrono con quello della base scheletrica, favorisce l'instabilità articolare. Le ulteriori anomalie di sviluppo sono indotte dall'allontanamento della testa del femore dall'acetabolo. Le alterazioni ossee tipiche della displasia dell'anca sono dunque causate dalla mancata congruenza tra le superfici articolari di femore e acetabolo. Da ciò consegue il fatto che i cani con una muscolatura pelvica più sviluppata presentano articolazioni coxo-femorali più corrette rispetto a quelli che presentano un treno posteriore meno muscoloso.
La predisposizione genetica è però influenzata e modificata da molteplici fattori ambientali, quali:
- Iperestrogenismo;
- Miopatie;
- Eccessiva attività fisica in fase di accrescimento;
- Ambiente fisico;
- Dieta;
- Eccessiva somministrazione di calcio;
- Errati trattamenti antielmintici;
- Squilibrio funzionale paratormone-calcitonina;
- Rapporto tra crescita e peso corporeo.
CLASSIFICAZIONE
La classificazione della displasia dell'anca secondo la FCI prevede 5 gradi: a (normale), b (quasi normale), c (leggera displasia), d (media displasia), e (grave displasia), suddivisi ciascuno in due sottogruppi (1 e 2).
La classificazione secondo l'OFA prevede invece 7 gradi: eccellente, buono, discreto, dubbio, leggera displasia, media displasia, grave displasia.
Nello studio condotto e preso come riferimento nella seguente relazione solo il 2% dei soggetti considerati, all'anamnesi, ha riportato un episodio di zoppia intermittente ai posteriori al 4° controllo (27 mesi di età), che però al momento della visita clinica era risolto.
Nei restanti pazienti In nessun caso sono state rilevate risposte algiche all'esecuzione dei movimenti di flesso-estensione e abduzione-adduzione dell'articolazione coxo-femorale. L'ampiezza dei movimenti è risultata nella norma.
Le caratteristiche radiografiche hanno rilevato una serie di lesioni così distribuite:
- 30,9%: irregolarità del profilo del margine acetabolare craniale (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 40%).
- 12,6%: osteofitosi del margine acetabolare dorso-craniale (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 22%).
- 6,3%: incongruenza articolare (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 8%).
- 15%: osteofitosi del collo femorale (frequenza relativa nella popolazione del gruppo: 18%).
- 9,5%: deformità della testa del femore (frequenza relativa:12%).
- 3,1%: bilabiazione dell'acetabolo (frequenza relativa: 4%).
- 6,3%: sclerosi del margine acetabolare dorso-craniale (frequenza relativa: 8%).
- 15,8%: margine acetabolare dorso-craniale sfuggente (frequenza relativa: 20%).
- 2,3%: appiattimento della cavità acetabolare (frequenza relativa: 6%).
CONSIDERAZIONI
Dall'analisi dei risultati esaminati e dall'indagine effettuata dall'OFA si evince che il Bulldog Inglese è una delle razze più predisposte all'insorgenza della displasia dell'anca.
In questo studio si evidenzia come la quasi totalità dei cani non presentino un'articolazione coxo – femorale “normale”.
Tuttavia è indubbio che in questi soggetti esistano dei meccanismi in grado di compensare l'alterazione morfogenetica dell'articolazione coxo-femorale, che permettono loro di non manifestare la sintomatologia clinica .
Tale caratteristica differenzia questa dalle altre razze con alta incidenza della patologia in questione.
La biomeccanica articolare normale è garantita dalla congruenza articolare, dalla distribuzione uniforme dei carichi ponderali sulle superfici articolari e dalla sollecitazione sulla cartilagine, che non deve essere superiore a 1 kg/mm; la superficie articolare di un cane affetto da displasia dell'anca è ridotta e da ciò consegue che il carico ponderale sulla cartilagine aumenta il sovraccarico provocando alterazioni gravi quali:
- Perdita di elasticità della cartilagine;
- Condromalacia;
- Fissurazione, fibrillazione della cartilagine e necrosi dei condrociti;
- Esposizione dell'osso subcondrale;
- Sinovite;
- Artrosi;
- Eburneazione ossea;
Riguardo alla mancanza di segni clinici riferibili alla displasia dell'anca nei soggetti esaminati, possono essere formulate alcune ipotesi.
È possibile che la distribuzione dei carichi sulla cartilagine sia inferiore a 1 kg/mm 2 , a causa della morfologia tipica della razza, che permette di scaricare il peso soprattutto sugli arti anteriori.
Inoltre dai radiogrammi si è evidenziata una lassità articolare precoce, che favorisce l'allontanamento dei capi articolari. In tal modo la testa del femore, non poggiando più sulla superficie articolare dell'acetabolo, solleva dalla cartilagine ogni tipo di carico e lo scarica altrove, in parte probabilmente sui tessuti molli periarticolari.
Ciò può spiegare i caratteristici segni artrosici rilevati che sono imputabili alla lassità articolare, come gli osteofiti sulla inserzione acetabolare e femorale della capsula articolare. Tali lesioni probabilmente sono causate dalla tensione anomala che esercita la capsula a livello dei punti di attacco sull'osso.
L'allontanamento della testa femorale provoca anche un mancato approfondimento della cavità acetabolare, che normalmente si modella sui carichi funzionali portati da questa.
Tutto ciò può spiegare lo sviluppo di alterazioni artrosiche minime, almeno fino a 12 mesi di vita, con caratteristiche differenti da quelle delle altre razze.
In primo luogo la deformazione che si sviluppa a carico del femore appare diversa se paragonata a quella che si rileva nel Pastore Tedesco o nel Labrador; nel Bulldog, infatti, il collo diventa tozzo e corto, la testa va incontro ad appiattimento, ma il suo profilo rimane liscio, quasi ad indicare una atrofia funzionale. Nelle altre razze, invece, la testa ed il collo si modificano drasticamente, assumendo un profilo irregolare.
È stato dimostrato che la lassità articolare è un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia degenerativa articolare, ma che non è di per se stessa sufficiente a causare la patologia. Infatti esiste una correlazione tra la lassità articolare e la malattia degenerativa, non costante nelle varie razze canine.Tali differenze possono essere spiegate dalla diversa morfologia del cane e dal diverso utilizzo delle masse muscolari.
L'andatura del bulldog è tipica, essendo pesante e contratta.
Gli arti anteriori radono il suolo e vengono portati in avanti, con un movimento quasi semicircolare attorno al loro asse.
Gli arti posteriori sono piuttosto rigidi, con movimento leggermente incrociato e radente il terreno.
Analizzando la cinetica del passo, si nota che il punto di contatto con il terreno e il punto di sollevamento sono ravvicinati. Ciò permette una limitazione dei movimenti della testa femorale nell'acetabolo e una riduzione della quantità di energia scaricata sull'articolazione coxo-femorale. Tali caratteristiche corrispondono con quelle dei cani affetti da displasia dell'anca valutati attraverso metodi di analisi della cinematica del passo computerizzati e confrontati con un gruppo di soggetti sani.
In alcune ricerche in merito infatti, è stato dimostrato che nei cani displasici il piede viene alzato quasi 1 cm in meno rispetto a quelli normali, probabilmente a causa della riduzione dei movimenti di flessione dell'articolazione coxo-femorale.Inoltre i movimenti pelvici sono risultati di ampiezza significativamente maggiore rispetto al gruppo di controllo, per compensare al dolore o alle modificazioni meccaniche dell'articolazione dell'anca. In questo tipo di studio, inoltre, i cani affetti da displasia hanno mostrato alterazioni anche a carico dei movimenti delle articolazioni femoro-tibiale e del tarso.
È da sottolineare, infine, l'indole pigra e mansueta della razza, che preserva il cane da una intensa ed eccessiva attività fisica in fase di accrescimento, considerata un fattore di rischio per lo sviluppo della displasia dell'anca.
Una caratteristica peculiare, che è stata rilevata all'osservazione dei radiogrammi, è quella della proiezione che ha assunto il coxale, che è apparso leggermente inclinato in senso caudo-dorsale Tale inclinazione può essere spiegata dal fatto che la trazione manuale esercitata sugli arti posteriori è stata trasmessa non già sull'articolazione coxo-femorale, ma sull'inserzione prossimale sull'ileo dei muscoli glutei, essendo presente un grave grado di lassità articolare con conseguente sublussazione del femore. I muscoli glutei infatti, inserendosi distalmente sul trocantere del femore, fungono da ponte di unione con l'ileo, trasmettendo su di esso tutta la forza di trazione applicata dalla mano dell'operatore.
Infine si è rilevato che la maggior parte dei soggetti a 2,3-2,6 mesi di vita ha presentato una conformazione del bacino e dell'articolazione coxo-femorale del tutto diversa da quella delle altre razze non condrodistrofiche, caratterizzata in sintesi da incongruenza articolare, lassità articolare e irregolarità del margine acetabolare craniale.
Da ciò è possibile sospettare che la presenza di tali caratteristiche radiografiche a quell'età, possa essere un indice precocissimo per lo sviluppo della displasia dell'anca nel bulldog inglese.
CONCLUSIONI
In letteratura veterinaria vi sono solo sporadiche segnalazioni di patologie ossee nel Bulldog Inglese, riguardanti per esempio la condrodistrofia, l'osteopatia craniomandibolare, l'osteocondrite dissecante della troclea femorale e alcune malformazioni del rachide, associate o meno a malformazioni del midollo spinale.
L'unico dato bibliografico, a nostra conoscenza, circa la displasia dell'anca in questa razza, è quello dell'indagine dell'OFA.
Dall'analisi dei dati di ciascun soggetto di questo studio, si evince che il Bulldog Inglese è una delle razze canine maggiormente soggette alle patologie dell'apparato scheletrico, in particolare delle articolazioni coxo-femorali, del gomito e del rachide.
La discrepanza che è stata rilevata tra segni radiologici e segni clinici, però, in parte giustifica la mancanza di dati in letteratura.
Infatti, nella pratica clinica e nell'esperienza degli allevatori contattati per la ricerca, tale discrepanza è un dato di fatto empirico.
E' necessario anche aggiungere che il Bulldog Inglese è una razza abbastanza rara e particolare e questo spiega la difficoltà oggettiva nel raccogliere una casistica clinica e diagnostica di una certa consistenza.
Ciò detto, bisogna sottolineare l'importanza dei risultati ottenuti attraverso questa ricerca, benché ancora incompleti, che devono essere considerati come un punto di inizio per lo studio dell'apparato scheletrico di questa razza.
Le indagini diagnostiche fin qui eseguite, infatti, non sono state sufficienti a dare una valida e inequivocabile spiegazione della mancanza di correlazione tra i dati radiologici e i dati clinici.
E' altresì evidente che, inoltrandosi in un campo in parte inesplorato, sorgano, via via, interrogativi e problemi non ancora chiariti. Tra questi vi è quello relativo alla statica ed alla cinetica del passo nel Bulldog Inglese, che dovranno essere indagate con i metodi di analisi computerizzata ( force plate analysis e gait analysis ). Tali informazioni potranno risultare estremamente utili per descrivere scientificamente la distribuzione dei carichi sugli arti (durante la stazione e durante il movimento) e quindi per chiarire in parte la mancanza di sintomatologia a carico del treno posteriore.
Sarebbe anche interessante valutare macroscopicamente ed istologicamente le strutture che compongono l'articolazione coxo-femorale in questa particolare razza.
Un altro quesito irrisolto è quello sulla natura delle lesioni della cartilagine di accrescimento della tuberosità tibiale. Anche in questo caso, per poter dare risposte concrete, è necessario ricorrere ad indagini di diagnostica per immagini sofisticate (scintigrafia e risonanza magnetica) e all'esame istologico.
In conclusione è possibile affermare che il Bulldog Inglese, dalle informazioni fino ad ora ricavate, è un soggetto sui generis e le frequenti lesioni a carico delle strutture ossee devono essere valutate in maniera differente dalle altre razze, poiché nella maggior parte di questi cani viene a mancare ciò che motiva qualsiasi trattamento terapeutico, ovvero una sintomatologia clinica evidente.
A B
P roiezione ventro-dorsale del bacino di un cane meticcio femmina di 80 giorni (A) e del caso n. 38 a 70 giorni (B). da notare la diversa conformazione dell'acetabolo e del bacino e la grave incongruenza articolare dell'immagine B.
A B C
D E F
Proiezione ventro-dorsale del bacino di un Breton maschio di 9 mesi (A), del caso n. 27 a 8 mesi (B), di un Setter Irlandese femmina di 20 mesi (C), del caso n. 4 a 21 mesi (D), un Pastore Tedesco maschio di 3 anni (E) e del caso n. 5 a 29 mesi. Da confrontare le lesioni artrosiche della testa e del collo femorali nelle immagini A, C ed E con quelle delle immagini B, D e F. Nelle immagini A, C ed E il collo presenta grandi osteofiti notevoli e la testa appare irregolare. Nelle immagini B, D e F il collo è tozzo, l'acetabolo appiattito e la testa piccola ed ellittica, ma con profilo regolare.
A | B |
Illustrazione dell'attacco della capsula dell'articolazione coxo-femorale. nell'immagine A è rappresentato l'aspetto ventrale, nell'immagine B quello dorsale.
Proiezione medio-laterale di radio e ulna di sinistra del caso n. 4 all'età di 5 mesi. da notare l'incongruenza articolare del gomito e lesione della fisi distale dell'ulna rappresentata da una linea radiotrasparente, circondata da tessuto osseo leggermente sclerotico (freccia)
A B
Confronto tra le articolazioni del gomito in proiezione cranio caudale del soggetto n. 4 (A) asintomatico, all'età di 10 mesi e del soggetto n. 25 (B), sintomatico, all'età di 11 mesi.